Autoconsumo a distanza: rivoluzione fotovoltaico

L’autoconsumo a distanza è destinato a diventare una delle innovazioni più rilevanti nel panorama energetico italiano. Con il nuovo decreto di attuazione della direttiva (UE) 2024/1711, l’Italia si prepara a introdurre un modello che permetterà alle imprese di produrre energia rinnovabile in un luogo e utilizzarla in un altro, purché entrambi si trovino nella stessa zona di mercato elettrico.

Si tratta di una svolta strategica per il fotovoltaico industriale e per tutte le aziende che puntano a ridurre i costi in bolletta e le proprie emissioni. La piena operatività del sistema è prevista entro metà 2026, ma le prospettive sono già chiare: si apre un nuovo capitolo per l’energia rinnovabile in Italia.

Cos’è l’autoconsumo a distanza e come funziona

Il principio dell’autoconsumo a distanza è semplice: un’impresa potrà installare un impianto fotovoltaico anche lontano dal luogo di consumo, purché all’interno della stessa zona di mercato (Nord, Centro-Nord, Centro-Sud, Sud, Calabria, Sicilia o Sardegna).

In questo modo l’energia prodotta e consumata simultaneamente verrà scorporata dalla bolletta elettrica, consentendo di pagare solo oneri di sistema, accise e ammortamento dell’impianto. In altre parole, il costo dell’energia “vera e propria” scomparirà dalla fattura.

Per le PMI non sono previsti limiti di potenza, mentre le grandi imprese potranno installare impianti fino a 6 MW. Una misura che amplia enormemente la possibilità di sfruttare superfici inutilizzate — come capannoni dismessi, aree industriali o terreni agricoli non produttivi — per produrre energia pulita da destinare ai propri siti operativi.

I vantaggi dell’autoconsumo a distanza per le imprese

Secondo Emilio Sani, consigliere di Italia Solare, il nuovo meccanismo rappresenta una “testimonianza concreta di come le rinnovabili aiutino a ridurre i costi energetici”.
Molte aziende italiane, soprattutto nei settori energivori, potranno così alleggerire la bolletta elettrica e aumentare la propria autonomia energetica.

Un caso emblematico è quello delle strutture alberghiere dei centri urbani: edifici con elevati consumi ma con tetti troppo piccoli o occupati da impianti di condizionamento. Grazie all’autoconsumo a distanza, un albergatore potrà installare un impianto fotovoltaico su un capannone situato in periferia e utilizzare l’energia prodotta per coprire i consumi dell’hotel in centro.

Questo modello apre anche la strada a nuove forme di partenariato energetico tra imprese, facilitando la nascita di comunità energetiche industriali diffuse.

Le altre leve per lo sviluppo del fotovoltaico

Oltre all’autoconsumo a distanza, il futuro del fotovoltaico in Italia sarà influenzato da altre misure in arrivo:

  • Il Conto Termico 3.0, che incentiverà la sostituzione di impianti obsoleti con pompe di calore abbinate al fotovoltaico, migliorando l’efficienza energetica degli edifici del terziario.
  • La Direttiva EPBD (“Case Green”), che dal 1° gennaio 2028 imporrà che i nuovi edifici pubblici siano a emissioni zero (NZEB) e “solar-ready”, cioè predisposti per l’installazione di impianti solari.

Inoltre, Italia Solare sta lavorando a un fondo di garanzia nazionale per sostenere gli investimenti in fotovoltaico, in particolare nel settore residenziale e per le PMI. Il fondo avrà lo scopo di facilitare l’accesso al credito e ridurre i rischi per chi sceglie di investire in energia rinnovabile.

Il mercato del fotovoltaico: una crescita da rilanciare

Nonostante il ruolo ormai strutturale del fotovoltaico nel sistema elettrico nazionale, i dati mostrano un rallentamento nelle nuove installazioni.
Secondo Italia Solare, nei primi nove mesi del 2025 sono stati connessi 4.078 MW di nuova potenza, in calo del 17% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Il segmento residenziale (<20 kW) è il più colpito, con una flessione del 30% nel numero di impianti.

Al 30 settembre 2025, in Italia risultano 2,04 milioni di impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 41,1 GW, un incremento dell’11% rispetto al 2024, ma con un ritmo più contenuto rispetto al biennio precedente.

Per Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, “il fotovoltaico è ormai una realtà consolidata, ma serve una nuova spinta, che potrà arrivare proprio grazie al decreto sull’autoconsumo a distanza e al prossimo Fer X”.

Conclusioni

L’introduzione dell’autoconsumo a distanza segna una tappa fondamentale verso un sistema energetico più flessibile, efficiente e sostenibile.
Le imprese italiane avranno la possibilità di ottimizzare la produzione e l’uso dell’energia rinnovabile, riducendo la dipendenza dalla rete e migliorando la propria competitività.

Il 2026 si preannuncia come l’anno della svolta: con l’autoconsumo a distanza, l’Italia potrà davvero fare un salto di qualità nel percorso verso la transizione energetica.

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