I falsi miti sul fotovoltaico più gettonati tra social network e programmi tv

Italia Solare ha lanciato una campagna per replicare ai frequenti articoli e servizi televisivi di disinformazione sul fotovoltaico.

Contro una percezione distorta degli impianti solari si fa chiarezza in particolare su cinque falsi miti. L’associazione ha voluto dimostrare, anche con anche con i numeri, che il fotovoltaico ad oggi è la tecnologia più conveniente e la migliore soluzione contro la crisi climatica.

Vediamoli allora questi falsi miti e le repliche dell’associazione.

1. “Gli impianti fotovoltaici rubano terreni all’agricoltura” – Falso!

Secondo Italia Solare, lo spazio non è affatto un problema. I dati di Ispra ci dicono che:

la superficie agricola disponibile è di oltre 16,6 milioni di ettari

– la superficie agricola utilizzata è di oltre 12,4 milioni di ettari

– la superficie agricola non utilizzata o abbandonata supera i 4,2 milioni di ettari

– la superficie agricola abbandonata ogni anno supera i 120mila ettari.

Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030 sono necessari 43 GW di nuove installazioni FV. La nuova potenza richiederebbe circa 56mila ettari di superficie; visto che, di questa, il 30% potrebbe essere collocata sui tetti, la superficie agricola necessaria ammonterebbe a circa 39mila ettari, equivalente a:

– un terzo della superficie agricola che ogni anno non viene più coltivata passando a uno stato di abbandono

– 0,9% della superficie agricola persa totale

– 0,24% della superficie agricola totale.

Inoltre, Italia Solare spiega che tra le file e sotto i moduli fotovoltaici è possibile mantenere l’attività

agricola, per cui l’agro-fotovoltaico rappresenta un’ottima opportunità per gli agricoltori di continuare a coltivare la terra, beneficiando del ricavo economico aggiuntivo proveniente dagli impianti solari.

2. “Il fotovoltaico è un pericolo per il paesaggio e compromette la biodiversità” – Falso!

Italia Solare informa che sulle aree di pregio paesaggistico o naturalistico non è possibile installare pannelli a terra, perché già protette da vincoli paesaggistici.

Inoltre, dove si installano impianti fotovoltaici non sono consentiti diserbanti e sostanze chimiche. Considerando che oggi gran parte dei terreni agricoli italiani sono devastati da usi eccessivi di pesticidi, l’agrovoltaico è un’opportunità per far convivere produzione di energia pulita e agricoltura sostenibile proprio nel rispetto della biodiversità.

3. “Il fotovoltaico è una fonte inaffidabile perché non programmabile e non prevedibile” – Falso!

Vista ormai l’elevata precisione raggiunta dalle previsioni meteo – insieme ai dati storici disponibili sulle produzioni degli impianti fotovoltaici – è più semplice prevedere la produzione solare, che può anche essere così programmata grazie ai sempre più economici e performanti sistemi di accumulo.

4. “Dietro agli incendi c’è il business del fotovoltaico” – Falso

Italia Solare risponde che i terreni percorsi dagli incendi sono esclusi da ogni possibile utilizzo per i successivi 15 anni dall’incendio (legge nazionale 353/2000, art. 10).

Da perseguire invece sono i criminali che causano incendi e non il fotovoltaico, che anzi viene solo danneggiato da simili disastri.

5. “I pannelli fotovoltaici non riducono le emissioni di CO2 perché per produrli si consuma energia da carbone” – Falso!

L’energia necessaria per produrre un modulo fotovoltaico viene compensata dallo stesso modulo in meno di un anno di funzionamento. È certamente auspicabile che l’energia usata per produrre i pannelli sia sempre meno inquinante, ma ciò vale per tutti i prodotti.

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