Transizioni Verde e Digitale: perché sono le transizioni gemelle

L’Unione Europea punta sulle transizioni “gemelle” verde e digitale per la neutralità climatica e per un futuro sostenibile, equo e competitivo, ma servono investimenti e competenze. Ne è convinta la Commissione Europea, che, nel documento “Strategic Foresight Report 2023”, ha messo in luce come la duplice transizione rivesta un ruolo determinante per il raggiungimento degli obiettivi strategici UE del 2030 “Fit for 55%” e del 2050, ma richieda sforzi ingenti, sotto forma di investimenti e sistemi di istruzione e formazione solidi, per generare le giuste competenze e colmare le lacune in termini di conoscenza.

L’Italia è da molti anni impegnata sui fronti della digitalizzazione e della sostenibilità con la promozione di iniziative e programmi nel quadro delle politiche globali ed europee. Nelle relazioni per Paese, la Commissione evidenzia come “negli ultimi anni, l’Italia abbia compiuto progressi significativi in termini di infrastrutture, collocandosi tuttavia al di sotto della media Ue per quanto riguarda le competenze digitali di base, ambito per il quale è ancora terzultima in Europa: solo il 46% della popolazione le possiede contro una media Ue al 54%”. È quindi incoraggiante secondo la Commissione che, dal 2015, anno in cui sono stati adottati dalle Nazioni Unite l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), ad oggi, il nostro Paese abbia aumentato costantemente il proprio punteggio, ma permangono, ad ogni modo, ampi margini di miglioramento in numerose aree di azione.

Dal piano Industria 4.0 al piano Transizione 5.0

Avviare un percorso di digitalizzazione, connettere le macchine e raccogliere dati per rendere più efficienti le fabbriche e la supply chain: era questo l’obiettivo del Piano Nazionale Industria 4.0, lo strumento varato nel 2016 per promuovere la digitalizzazione e il rafforzamento competitivo del tessuto produttivo italiano. Negli anni, la consapevolezza delle aziende italiane sulla necessità della transizione digitale ed ecologica è cresciuta notevolmente, grazie ad una grande operazione di cambiamento culturale. Se, infatti, fino a qualche anno fa la digitalizzazione veniva percepita come un’opportunità mentre la sostenibilità ambientale era percepita come un costo in più e una mera necessità di adeguarsi alla normativa vigente, oggi invece le aziende hanno compreso che transizione digitale ed ecologica unite possono fornire innumerevoli vantaggi e opportunità, come spiega Marco Taisch, professore di Sustainable Manufacturing e Operations Management del Politecnico di Milano, Presidente Made Competence Center e Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Transizione 4.0 del Polimi.

Piano Transizione 5.0

“Si tratta di un’evoluzione culturale non da poco, mediante la quale le imprese hanno compreso come la sostenibilità possa diventare anch’essa un’opportunità. Oggi, le aziende sono consapevoli che proporre prodotti “verdi”, realizzati in fabbriche sostenibili e supportati da una supply chain ecologica, rappresenti un elemento di crescita del proprio appeal verso un consumatore che, nel frattempo, ha sviluppato una fortissima sensibilità verso tutto ciò che è green ed è molto esigente e attento ai valori della sostenibilità”.

Per Taisch, “oggi non è più il legislatore a imporre certi comportamenti ma è il mercato a forzare l’evoluzione in una certa direzione. La buona notizia è che, finalmente, nel tessuto imprenditoriale italiano c’è la consapevolezza della necessità di gestire le due transizioni in maniera congiunta e coordinata e che il digitale non sia più finalizzato al solo incremento delle prestazioni della fabbrica, ma che rappresenti anche il più grande abilitatore verso la sostenibilità ambientale”. Questa consapevolezza, prosegue Taisch, “emerge con forza dalle interlocuzioni quotidiane di Made, il Competence Center del Politecnico di Milano, con le imprese grandi, piccole e medie, ed è frutto di una rivoluzione culturale, piuttosto che industriale”.

Infatti, Il risparmio energetico è il tema centrale della misura. Conseguentemente a questo obiettivo, sono stati stabiliti una serie di criteri per controllare e monitorare la riduzione dei consumi conseguenti i progetti Industria 4.0 intrapresi e le agevolazioni sono state estese alla realizzazione di impianti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo. (Vedi qui una guida della Misura)

Cosa serve per accedere

Per noi il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’opportunità fondamentale per le aziende.

Per questo ci impegniamo ad offrire servizi di consulenza sulle transizioni verde e digitale ed un’informazione costante sulle novità relative al tema (segui il nostro profilo Linkedin oppure gli articoli pubblicati sul nostro sito web per gli aggiornamenti) ed una consulenza finalizzata all’individuazione dei migliori strumenti agevolativi.

Certificazioni richieste per ottenere il credito, nelle modalità e tempistiche stabilite dal decreto attuativo di prossima pubblicazione:

  • ex ante, la riduzione dei consumi conseguibili tramite gli investimenti previsti
  • ex post, l’effettiva realizzazione degli investimenti conformemente a quanto previsto dalla certificazione ex ante

Il primo step da compiere

Individuare l’innovazione tecnologica che riguarda i beni materiali e/o immateriali funzionale ai processi di trasformazione Industria 4.0

I-Green, partner company di Venti, in qualità di Esco certificata può rilasciare tutte le certificazioni richieste nel decreto ed offrire supporto tecnico nelle fasi operative messo a punto dal GSE.

Il nostro team è a Vs completa disposizione per accompagnarvi in tutte le fasi del processo.

Per ogni ulteriore informazione e studio di fattibilità: https://www.ventisrl.it/

Contatti: 085 4225550/320 6246936

e-mail: enzo.sbaraglia@ventisrl.it

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