Molti segnali, non ultimo il blackout della rete iberica avvenuto lo scorso 28 aprile, mostrano che l’Europa ha urgenza di intervenire sulle sue reti elettriche.
Le principali economie continentali stanno affrontando una massiccia elettrificazione dei consumi energetici ma molti degli asset installati nell’ultima ondata degli anni ’70 e ’80 sono alla fine del loro ciclo di vita.
Per questo motivo la Commissione europea sta preparando l’European Grids Package, un pacchetto di provvedimenti previsto dalla Bussola della competitività (lanciata a fine gennaio) che dovrebbe essere adottato entro il primo trimestre del 2026. Ieri, 13 maggio, Bruxelles ha aperto una consultazione, fino all’8 luglio, in vista dell’adozione.
Gli scopi del provvedimento
Il pacchetto di misure in arrivo punta a razionalizzare il quadro giuridico per le reti europee e a garantire la pianificazione integrata transfrontaliera. Altro obiettivo, si legge nel documento che annuncia la consultazione (pdf), è il rafforzamento della rete di distribuzione “per un uso più efficiente delle infrastrutture esistenti“, soprattutto attraverso digitalizzazione e innovazione.
Prevista anche la semplificazione delle procedure per l’attuazione dei progetti per le reti, le energie rinnovabili e lo storage. Ciò include “lo snellimento delle valutazioni ambientali” e la “riduzione delle scadenze per le autorizzazioni”. Infine, il pacchetto si propone di sostenere lo sviluppo di infrastrutture per l’idrogeno e l’anidride carbonica.
L’iniziativa avrà un “impatto economico positivo”, sostenendo l’accelerazione degli investimenti nelle infrastrutture energetiche, nello stoccaggio e nella produzione di elettricità rinnovabile, stimolando gli scambi transfrontalieri, migliorando l’efficienza della rete e rafforzando la sicurezza dell’approvvigionamento.
L’aumento dell’efficienza complessiva del sistema energetico dovrebbe inoltre limitare i costi per tutti i consumatori e contribuirà quindi all’obiettivo di garantire prezzi accessibili dell’energia, aumentando la competitività generale del mercato europeo.
Le criticità delle reti europee
“Circa il 40% delle reti elettriche europee ha più di 40 anni”, ammoniva Mario Draghi nel suo rapporto sullo stato dell’Unione, che parlava esplicitamente della necessità di intervenire per ammodernare le infrastrutture. Le reti, si legge nel report, “devono espandersi in modo significativo per accogliere le nuove risorse come le rinnovabili e le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici in modo intelligente e digitalizzato”.
L’Europa va infatti incontro a una forte elettrificazione dei consumi finali. Entro il 2050, secondo Eurelectric, ci saranno circa 251 milioni di pompe di calore e 237 milioni di veicoli elettrici, con un aumento di circa 20 volte rispetto a oggi, oltre 7 milioni di punti di ricarica pubblici per veicoli a batteria (un aumento di quasi 60 volte) e 7 volte gli impianti a energie rinnovabili attualmente attivi, che raggiungeranno circa 2.300 GW di potenza cumulativa.
Altre criticità poi menzionate dalla Commissione nel documento in consultazione, riguardano la lentezza nell’attuazione di progetti Fer, stoccaggi e infrastrutture (ad esempio ci vogliono in media 14 anni per progetti della rete di trasmissione), l’aumento dei costi di ri-dispacciamento e delle congestioni sulle reti di distribuzione, con conseguente aumento delle code per le richieste di connessione.